La mia Padova

La mia Padova

Ore 04,00 della scorsa notte tra sabato e domenica. Il rumore di un treno che, stranamente, si avvicina all’alloggio al quinto piano, di cui sono ospite a Padova, fa vibrare tutte le pareti. Improvvisamente sfonda la porta e attraversa il corridoio. Mi sveglio di soprassalto, ma non c’è nessun treno. La mia stanza continua ad ondeggiare come una barca su un mare mosso. Caspita! mi trovo nel pieno di un terremoto per dieci lunghissimi secondi, con il panico che ne consegue. Improvvisamente ti accorgi che le certezze, i punti fermi non esistono. Pochi attimi ed il percorso della tua vita può cambiare radicalmente, tutto sfugge al tuo controllo. Ogni decisione, in quegli istanti, può essere errata. Attendo ad un angolo la fine della scossa, mi vesto velocemente e scendo giù nella strada, come altri in quel quartiere, in attesa dello sciame sismico successivo in questi eventi
Arriva dopo circa un’ora mentre siamo fuori sotto il freddo di una mattinata molto umida. Nel frattempo ricevo la telefonata di mio figlio dalla residenza universitaria in cui alloggia, che chiede informazioni sulla mia situazione. Io sono al sicuro gli dico lui pure è fuori con gli altri studenti come in tutte le altre residenze di Padova. Un signore accanto a me assicura che Padova non è una zona sismica (infatti se l’é cavata con poche lesioni), ma la vicina Ferrara, purtroppo lo è e ne abbiamo la conferma nelle prime notizie del mattino.
Domenica sera per me si prevede soltanto un’altra nottata insonne, per il viaggio di ritorno con treni in panne e lunghi ritardi ma per gli abitanti e amici cegliesi di Ferrara (alcuni conosciuti tramite la blogosfera) e dintorni invece si prevede un’altra notte da incubo. Lascio Padova nel tardo pomeriggio, tra continui sciami sismici per avvicinarmi ad un’altro evento assurdo ed indecifrabile: il luttuoso attentato alla scuola di Brindisi. Un caso che, sicuramente farà discutere a lungo e su cui si può azzardare qualsiasi ipotesi.
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